La stampa 3D

La stampa 3D negli ultimi sta rivoluzionando il mondo della industria. La possibilità di poter disporre a costi ragionevoli, non solo del software per la progettazione e modellazione 3D ma anche di strumenti che consentono di stampare gli oggetti progettati ha sconvolto il processo di prototipazione. L’attività che prima necessariamente coinvolgeva un numero importante di persone, richiedeva la disponibilità di spazi e macchinari importanti, ma che soprattutto comportava mesi di tempo per lo sviluppo di un prodotto ora può essere svolta in giorni se non ore…
Si è ridotto drasticamente il tempo per effettuare prove e test dimensionali o funzionali. Apportare le modifiche necessarie al progetto per correggere errori o migliorare i particolari che non rispondono alle specifiche ora è fattibile in tempi inimmaginabili solo pochi anni fa.

Alla WBS è dal 2016 che si è avviata parallelamente alla attività di progettazione delle imboccature un processo di selezione delle metodologie di stampa e delle stampanti disponibili sul mercato che garantissero un livello qualitativo paragonabile a quello dei materiali tradizionali. Sono stati quindi testate imboccature prodotte con:

  • stampanti 3D FDM (Fused Deposition Model) in qui la stampa avviene fondendo un filo di materiale termoplastico quale l’ABS, il PLA e le loro varie miscele (ad esempio addizionando il nylon o fibra di vetro per migliorare le caratteristiche meccaniche);
  • stampanti 3D SLS (Selective Laser Sintering) in cui un laser ad alta potenza fonde piccole particelle di polvere polimerica (tipicamente PA (Nylon), o altre materie plastiche, ma anche metalli);
  • stampanti 3D SLA (Stereo Litographic Apparatus) in cui un laser, mediante un processo di fotopolimerizzazione, solidifica speciali resine fotosensibili (che possono replicare le caratteristiche dei più comuni tipi di materie plastiche). Il processo di polimerizzazione viene completato sottoponendo gli oggetti stampati alla luce ultravioletta di lampade speciali. I pezzi per essere stampati devono avere speciali supporti che li sostengano durante il processo di stampa;
  • stampanti 3D Polyjet, dove avviene un processo di deposito di sottilissimi strati di polimeri fotosensibili che vengono esposti alla luce di due lampade UV. In questo processo le resine sono due: una che costituirà il modello vero e proprio ed un'altra che fa da sostegno se il modello presenta pareri inclinati oltre una certa angolatura.

Alla luce dei test effettuati, comparando i bocchini ottenuti in termini di qualità delle superfici, qualità complessiva in termini di durabilità e resa acustica, processo di finitura e lucidatura, si è deciso di adottare la tecnologia SLA.
Il motivo principale è che questa tecnologia è stata adottata per usi medicali e odontoiatrici e ciò ha comportato la necessità per i produttori delle stampanti di rendere disponibili oltre alle resine standard anche resine biocompatibili certificate.
Le resine utilizzate dalla WBS infatti sono certificate biocompatibili di lunga durata e sono utilizzate per gli apparecchi ortodontici in particolare per i bite (cioè gli apparecchi dentali che correggono il bruxismo o digrignamento dentale notturno).
Non sorridete: siccome i bite devono essere tenuti in bocca per ore non possono essere prodotti che con materiali atossici e siccome devono essere resistenti hanno delle caratteristiche meccaniche molto performanti comparabili con quelle dell’ebanite che tradizionalmente è stata utilizzata per i bocchini dei sassofoni.

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